Archeologia

Insediamenti preistorici ed ellenici

La prima forma d’insediamento umano nella zona, risale al Paleolitico superiore (III millennio a.C.), come attesta il ritrovamento, ad opera di Paolo Orsi agli inizi del Novecento di una necropoli in località Cava del Rivettazzo, a 4 km (1 km in linea d’aria) circa, a nord dell’odierno centro urbano; il primo nucleo abitativo di cui si ha traccia, invece, è molto più recente e riguarda il periodo greco che va dal IV al III secolo a.C., come risulta dagli scavi archeologici effettuati, a pochi chilometri più ad Est del paese, in località Cozzo Collura, nel sito denominato Pozzo della Chiesa, zona pianeggiante in passato infestata dalla malaria.

Sul Pozzo della Chiesa (o di San Paolo) si sta lavorando affinché sia riconosciuto come sito Unesco patrimonio dell’umanità. Già riconosciuto dalla Sovrintendenza dei Beni culturali come sito di interesse storico, si sta attuando un progetto per renderlo finalmente fruibile a tutti i solarinesi e ai turisti di tutto il mondo che viaggiano nel nome di San Paolo e che qui troveranno una testimonianza del passaggio dell’Apostolo nel siracusano datato 60 d.c.

Le prime documentazioni ufficiali su Solarino

Le prime notizie ufficiali su Solarino si hanno soltanto a partire dal 1296 anno in cui compare, nel ruolo dei feudatari sintetizzato dal De Spucches, come feudo baronale del siracusano Gutierre de Nava. Dopo vari passaggi di proprietà, il 15 dicembre 1656, fu investita del feudo la nobile famiglia catalana dei Requesens o Requisenz, giunta in Sicilia nel 1453 con le truppe di Alfonso V d’Aragona.
Il 25 aprile 1760, Don Giuseppe Antonio Requisenz, “Principe di Pantelleria, Conte di Buscemi e Barone del feudo di Solarino”, ottenne la licentia populandi da parte del Re Ferdinando I delle Due Sicilie e fece affluire nel proprio feudo: la popolazione del vicino villaggio del Pozzo della Chiesa, per sottrarla alle frequenti infezioni malariche, gli abitanti della masseria Trigona, nonché gli sfollati di Siracusa, Noto, e Canicattini Bagni che erano scampati al terremoto del Val di Noto del 1693, dando così vita al primo nucleo urbano che chiamò “Terra di San Paolo nel feudo di Solarino”.
Le autorizzazioni a popolare i feudi, infatti, avvenivano mediante concessioni Regie che avevano lo scopo, mediante l’istituzione di nuovi comuni rurali, di assicurare alla nobiltà feudale, da una parte, la conservazione – di fatto – del proprio dominio sulle terre e, dall’altra, di creare più benessere per la popolazione, ma nel contempo, anche di aumentare i censi, le gabelle ed i proventi di dazi e dogane.
La Terra di San Paolo Solarino, fu costituita come comunello (termine usato nella burocrazia borbonica per indicare l’odierna frazione) del comune capovalle di Siracusa.

L’anno scorso è stato ritrovato il timbro ufficiale del Comune con lo stemma di Re Francsco I risalente ai primi decenni del 1800. Il Comune è in possesso, oltre che di questo timbro originale, anche del Decreto col quale Re Francesco I rese libero da Siracusa, il 20 dicembre 1827, il Comune di San Paolo Solarino, denominazione originale del nostro Comune, a testimonianza del legame antichissimo che c’è tra i solarinesi e l’Apostolo delle genti.

Siti archeologici

Cava del Rivettazzo, è una necropoli preistorica situata a circa 4 km a nord dell’abitato, lungo la strada provinciale che conduce a Sortino. La sua importanza consiste nel fatto che essa, nonostante le piccole dimensioni, è l’unico sito che testimonia tutte le fasi della civiltà sicula.

Contrada San Demetrio, è una località che si trova poco distante da Cozzo Collura ed in cui sono stati ritrovati i resti di un insediamento risalenti al periodo tardo romano – bizantino.

Cozzo Collura, è una zona rurale che si trova a circa 2 km ad est dell’abitato; di particolare rilievo sono gli omonimi scavi archeologici, risalenti a due differenti periodi storici, IV – III secolo a.C. e II – IV secolo d.C., testimonianza del primo nucleo abitato del comprensorio solarinese.